A ottobre le giornate si fanno più fredde, il sole tramonta presto. Per le vie del centro un odore intenso, dolce e un po’ bruciato, e da piccoli bracieri posti ai crocevia delle strade si alzano nuvolette di fumo che si mischiano alla nebbiolina autunnale. Il venditore più pittoresco di fronte a uno di questi bracieri invita i passanti con cantilene a intervalli regolari “mondinee..mondine caldee!”. È tempo di Castagne.. di riunioni davanti al camino a sporcarsi le mani nello sbucciarle…
È un prodotto ricchissimo di nutrienti e molto digeribile che fino ad alcuni decenni fa costituiva un alimento indispensabile per la gente di montagna.
La lavorazione artigianale delle castagne da farina richiede molto tempo, ed è un momento fortemente aggregante per l’intero paese. Dopo la raccolta, che si svolge a fine ottobre, vengono “caricati” i metati, piccole costruzioni in pietra con un graticcio mobile posto a metà altezza appoggiato su travi e accessibile, grazie alla pendenza del terreno nei boschi, dai due piani. Dal piano superiore attraverso una porta dalla quale si portano le castagne, e dal piano terra, dove si allestisce il fuoco, nel centro della stanza, che deve ardere ininterrottamente giorno e notte. Durante questo periodo tutti erano impegnati ad allestire il metato e a controllare il processo di essiccazione. Nei paesi più piccoli, un tempo, ce n’era uno solo dove venivano portate tutte le castagne raccolte. Intorno alla stanza, a ridosso delle pareti, una fila di panche ospitava ogni sera tutti gli abitanti del paese, che vi si riunivano al caldo, a raccontare aneddoti, storie e leggende…
Molte di queste hanno come protagonisti i malefici streghi, creature notturne, che abitano le montagne, muovendosi nell’ ombra degli imponenti boschi di castagni, spaventando gli abitanti dei paesi.
Una di queste narra che una notte di tanti anni fa, vicino a un metato in Campaiana, nel comune di Castiglione di Garfagnana, alcuni uomini si trovavano a battere le castagne su un vecchio ceppo, quando videro sulla Pania di Corfino dei lumini che vagavano in alto e in basso, di quà e di là, come se un formicaio fosforescente avesse invaso la montagna. Uno degli uomini, così per scherzo, ruppe il silenzio della selva e a gran voce urlò: “venite ad aiutarci invece di star lì a non far niente”.
Poco dopo un uomo uscì dal buio e si offrì di aiutarli. Riempì soltanto un sacco di castagne e poi scomparve nell’oscurità così come era venuto. Il giorno dopo, quando i tre uomini caricarono le balle di castagne sul mulo, si accorsero che in una di esse le castagne erano tutte bruciate. Sulla tela era impressa la forma di una mano annerita.*
Numerose feste dedicate a questo frutto si tengono nei paesi montani della Garfagnana e della Valle del Serchio, per gustare il vero sapore di questi frutti, proprio là dove crescono e vengono raccolti, tra i colori caldi dei boschi d’autunno
a Massarosa “sagra della mondina e del quartuccio fritto”
a Metello (Castelnuovo Garfagnana) “una castagna a Metello”
a Trassilico (Gallicano) “festa della castagna”
a San Romano in Garfagnana “fiera della castagna”
a Castiglione di Garfagnana “fiera di ottobre”
a Molazzana “castagnata in piazza”
a Convalle, Pescaglia, “la castagna e i suoi sapori”
a Careggine “autunno Apuano”
a Colognora, Pescaglia “mondine nel borgo antico e mestieri di strada”
a Sillano “il fungo la castagna e il maiale”
a Pieve Fosciana “festa d’autunno”
a Lucchio, Bagni di Lucca “sagra della castagna”
a Gallicano, Bolognana “castagnata”
a Barga, Mologno Mondinata a Mologno
a Lucca, Gignano di Brancoli sagra el balloccioro
a Bagni di Lucca Festa della castagna
a Gallicano “mondinata degli alpini”
a Pontecosi, PIeve Fosciana “castagnata in riva al lago”
a Castelnuovo di Garfagnana, Montalfonso “castagnata CAI”
a Fosciandora, Lupinaia “festa della castagna”
a Sillicano, Camporgiano “festa della castagna”
a Castelnuovo di Garfagnana “città della castagna”
(* “storie e leggende della montagna lucchese” P.Fantozzi)